Chi Gia Carangi, storia della prima top model

July 2024 · 4 minute read

Francesco Scavullo è stato il fotografo di alcune delle copertine più iconiche di tutti i tempi. Burt Reynolds, Brooke Shields per Cosmopolitan, l’artista Bridget Bate Ticheno. Tantissime modelle, tante celebrities, ma nessuna di queste, nemmeno la potenza rock di Janis Joplin, immortalata nel 1969 con una sigaretta in mano, è riuscita ad avere un impatto sulla sua carriera e sulla sua vita come ha fatto un’adolescente di Filadelfia. Il suo nome era Gia Carangi ed è stata la top model che ha cambiato la moda per sempre e, in un certo senso, tutte le nostre vite. Gia Carangi è stata una cometa, un corpo celeste che si è spento alla velocità della luce, una figura rock, una top model prima delle top model degli anni Novanta, una donna fragile, una ragazza di un sobborgo di Filadelfia che non è mai cresciuta. È stata un’icona che durante la sua breve vita ha saputo influenzare quella funzione sociale che di solito influenza: la moda.

portrait of gia carangi

Andrea Blanch//Getty Images

Nata a Filadelfia nel 1960, durante gli anni Settanta Gia è una ragazza dalla bellezza sconvolgente che sogna David Bowie e che sa già di amare le ragazze. Fin da adolescente prova diverse droghe per fuggire da un’infanzia difficile e da un lavoro noioso nel negozio di panini del padre. Ed è consapevole di essere bella, è consapevole di essere intelligente e di piacere tantissimo, è consapevole di avere il portamento per essere una modella: look androgino, carnagione olivastra, profondi occhi marroni che tanto contrastavano con le modelle dagli occhi azzurri e dai capelli biondi. Ha appena sedici anni quando il fotografo Maurice Tannenbaum la nota in un locale di Filadelfia mentre balla avvolta nella sua naturalezza, forte, intensa e oscura. Il fotografo è rapito e contatta Wilhelmina Cooper, fondatrice di un’importante agenzia di modelle. Gia è ancora giovanissima quando lascia la provincia per prendersi New York e scattare il suo primo servizio per Vogue in Yves Saint Laurent e Calvin Klein. In appena due anni dal suo arrivo nella Grande Mela Gia è la modella più ambita del mondo. Tutti la vogliono, nessuno riesce ad averla davvero. Perché il suo animo indomito la porta a farsi desiderare, la porta sulla cattiva strada. Sono gli anni Ottanta e Gia Carangi è già sprofondata nella tossicodipendenza ed è difficile lavorare con lei, ma grazie a Francesco Scavullo, con il quale intrattiene un rapporto di amicizia e di allieva-mentore, riesce a ottenere il massimo dalle copertine e dalle passerelle. Anche Wilhelmina le fa da mentore, è quasi la madre che ha sempre desiderato, ma proprio mentre Gia è all’apice, a soli quarant’anni muore di tumore ai polmoni. Per Gia è un trauma, perde un punto di riferimento e uno scudo dietro cui proteggersi e aumenta il suo legame con l’eroina. La più grande top model del mondo fugge dai set per cercare una dose, si caccia nei vicoli più sudici e pericolosi di New York vestita Armani.

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È distrutta mentalmente, il fisico ne risente, è inaffidabile, ma lei è Gia e tutti la vogliono, tanto da avvicinarla per farle firmare contratti persino al funerale di Wilhelmina. Pochi mesi dopo Gia è ritratta da Richard Avedon insieme a Kelly LeBrock e Carol Alt per un servizio su Vogue in costume da bagno, ma c’è un problema evidente: Gia ha le braccia martoriate dagli aghi delle siringhe. Ford Models, la sua nuova agenzia, la licenzia e la sua carriera sembra essere arrivata alla fine, a ventidue anni compiuti. Questa volta è Scavullo, il suo mentore e amico, a riabilitarne l’immagine e a trovarle un contratto con Elite Models, a patto che lei si ripulisca completamente dalle droghe. È l’agosto del 1982 quando Gia Carangi scatta un servizio per Versace su Vogue, ma appena un mese dopo le sue braccia non possono essere più fotografate. Lei è ingestibile, non risponde alle chiamate, le fughe dai set sono una costante e anche Elite Models la licenzia. A soli ventitré anni Gia Carangi finisce la sua carriera e torna a Filadelfia dalla madre. Il mondo sembra essersi dimenticato di lei e lei si vuole dimenticare del mondo a cui è appartenuta: le è stato diagnosticato il virus dell’Hiv e sa che le rimane poco tempo. Il 18 novembre del 1986 Gia Carangi muore a soli ventisei anni nel silenzio e nell’indifferenza di tutti.

julio fall 1979 ready to wear fashion show

WWD//Getty Images

Ma il suo nome è rimasto, la sua bellezza ha scosso il mondo e anche le generazioni future. Una giovanissima Cindy Crawford viene chiamata Baby Gia per evidenti somiglianze e nel 1998 la HBO ha prodotto un film sulla breve, bellissima e spericolata vita di Gia Carangi, interpretata da Angelina Jolie. Ma per la maggior parte delle persone, Gia è rimasta una figura di nicchia: oscura, silenziosa, ma talmente importante per la storia dell'industria di modeling da aver anticipato di un decennio il concetto di top model.

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